mercoledì 6 luglio 2016

Aiutiamoli denunciando: se il cane è legato a catena/corda troppo corta è reato

E' di pochi giorni fa l'ennesima notizia di poveri cani maltrattati (in questo caso ben 25), che sono stati sequestrati per maltrattamenti perpetrati con l’uso abituale della catena da parte del proprietario, denunciato.
I cani vivevano in condizioni pessime all'interno del giardino di una villa, alle porte di Aprilia: le catene che trattenevano i cani erano corte e le cucce insalubri o strette.
Inoltre, gli animali non erano muniti del regolamentare microchip.

Secondo la giurisprudenza, per integrare il reato di maltrattamento non occorrono lesioni necessariamente fisiche, ma è sufficiente la sofferenza degli animali, poiché la norma mira a tutelarli quali esseri viventi in grado di percepire dolore, anche nel caso di lesioni di tipo ambientale e comportamentale (Cass. n. 46291/2003; Trib. Pen. Torino 25.10.2006).
In merito alla sottoposizione a sevizie o a comportamenti, fatiche o lavori insopportabili per le caratteristiche etologiche dell’animale, assume valenza qualsiasi azione caratterizzata da un’evidente e conclamata incompatibilità con il comportamento della specie di riferimento come ricostruito dalle scienze naturali (Cass. n. 5979/2013)

Il reato di “maltrattamento di animali” è disciplinato dall’art. 544 ter C.P., che punisce “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche” con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
Il comma II° dell'art. 544 ter C.P. stabilisce che le stesse pene previste dal primo comma, si applichino “a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate, ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi”. In pratica si tratta del cosiddetto “reato di doping a danno di animali”, volto a reprimere le scommesse clandestine e le competizioni tra animali. 
In caso di condanna per maltrattamento di animali (o di patteggiamento della pena), è prevista la confisca obbligatoria dell'animale, per poterlo sottrarre al detentore maltrattante.

Quando ci capita di vedere o venire a conoscenza diretta di fatti di maltrattamento, ad esempio vediamo un cane perennemente legato con una catena/corda troppo corta, o tenuto recluso su un balcone senza riparo e con poco cibo e acqua o altre situazioni di grave disagio per cani, gatti o altri animali da compagnia, ricordiamoci che si tratta di un REATO!

Per salvare gli animali in difficoltà e punire i colpevoli, dobbiamo fare una segnalazione, meglio se scritta, alla forza pubblica (di preferenza al Corpo Forestale dello Stato). Questo anche quando, purtroppo, ci troviamo di fronte ad un presunto caso di uccisione di animali. 
In caso di mancato loro intervento, si può configurare l'ipotesi di reato di "omissione d'atti d'ufficio".

Infine, va ricordato che in molti Regolamenti Comunali è previsto, per il benessere degli animali, il divieto di detenzione di cani a catena troppo corta (di solito viene indicata una lunghezza minima) e sono previste sanzioni pecuniarie per la violazione della disposizione amministrativa: un  illecito amministrativo che si affianca al reato penale.

Non abbiate paura di denunciare, è un diritto ed un dovere a tutela di vite innocenti che non possono difendersi da sole!